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Lei e Lui, e l’Altra. Nascosta dietro ad un sorriso.
Se Lui non la vede forse anche Lei può fingere che l’Altra non esista. Dimenticare.
Forse l’Altra sparirà così come è arrivata, in quel un giorno uguale come tanti,
che è diventato il Giorno diverso da tutti. Una cena, degli amici. Un dolore intenso.
Il primo scalpiccio di zoccoli.
Lontano come un eco.
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L’Altra cresce e si nutre, Lei sbiadisce. Il respiro un po’ affannato diventa la sua musica.
Si mischia ai battiti del cuore, ricordandole che l’Altra è solo un’intrusa.
Lei la poterà sulle spalle, ogni gradino, ogni passo.
E le cose le cose semplici diventeranno battaglie.
La cima di una scala può essere una vetta irraggiungibile.
Gli zoccoli suonano, rimbombano.
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L’Altra scalpita e galoppa e le parole mutano significato.
Mangiare diventa nutrirsi e non appagamento.
Desiderio muta in necessità. I sapori non esplodono, ma implodono.
Ma il cibo è un’arma nelle mani di Lei.
E’ vita, vita per combattere l’Altra.
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L’Altra non si nasconde più dietro ad un sorriso.
Cammina sul corpo di Lei, lo plasma, lo modella, come uno scultore folle,
che devasta la sua opera.
Fa Male.
Gli zoccoli sono ora il rumore dei passi di Lei.
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Lei si guarda allo specchio.
Non si vede più.
Nel riflesso c’è l’Altra.
Le ha rubato il viso.
Le ha rubato l’identità.
Vive la vita al posto suo.
Ogni giorno si è appropriata di qualcosa di Lei, fino a diventarlo.
Ora è l’Altra che mostra il suo volto, e Lei con dolore comprende
che non esiste l’Altra che è sempre Lei
in un riflesso distorto.
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Lei e l’Altra. Non più nemica ma convivente.
Accettare non vuol dire arrendersi.
Vuol dire capire. Ascoltare. Dosare. Riposare.
Trovare nuovi ritmi.
La consapevolezza che l’Altra c’è rende Lei più forte, nell’anima, nel cuore.
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L’Altra vuole tutto.
Lei ha provato a cercare una pace, ma l’Altra non le da riposo.
Mangia la sua anima e la sua essenza di donna.
Morde e scalpita.
Ma dopo essere stata divorata. Lei rinasce.
Forse non ha più capelli, non ha più i lunghi respiri, forse l’incedere delle gambe è debole, forse il dolore la sovrasta, ma è li che rinasce guerriera.
Spogliata di tutto
Lei è vestita solo
dalla sua forza
di lottare ancora.
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Voleva cavalli facili da domare, non voleva zebre così diverse le una delle altre da non esistere un manto simile ad un altro in tutti gli esemplari del mondo.
Non si fanno più prigionieri. L’Altra deve essere distrutta.
Non ha iniziato Lei la guerra ma ora l’Altra deve essere fermata.
Con ogni mezzo, lecito, illecito, folle, sperimentato o cavia per prima.
L’Altra ha un fucile che fa male, spara e colpisce. Lei ha cartucce di speranza.
Ma la speranza è più forte di qualsiasi bomba.
Lei lotta, come una bimba contro il gigante, sapendo che secoli fa un certo David ne buttò a terra uno con solo la forza di una fionda.
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Lei non ha solo una fionda.
Lei ha la forza dell’amicizia.
Sembrano solo due gambe ma dietro di lei sono mille i passi.
Qualcuno la porta sulle spalle, qualcuno la stringe solo a sé, qualcuno canta canzoni stupide per sentirla ridere ancora.
Lei sa che l’Altra non ha nessuno.
Ma lei ha un esercito per combattere.
I suoi amici.
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Lei voleva essere mamma.
L’aveva sognato, aveva ascoltato i suoi sogni, aveva scelto il nome.
L’avrebbe portata in grembo, sentendola crescere nel ritmo del suo cuore.
L’avrebbe sentita venire al mondo in un urlo di gioia.
E quando l’avesse vista per la prima volta, avrebbe riconosciuto se stessa nel suo sguardo.
L’Altra ha schiacciato i suoi sogni. In fondo era solo un pupazzo, un dono per qualcosa che non sarà mai più.
Lei ora sa cosa sia l’odio.
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